Emozioni di fine anno: usare la scrittura per attraversare dicembre
Dicembre accende le luci fuori e mescola le emozioni dentro: ansia da Natale, bilanci di fine anno, nostalgia, desideri nuovi. Da Verona ti propongo uno sguardo gentile su questo periodo, usando scrittura terapeutica e diario per attraversare dicembre senza perderti.
Ragazza che si prepara a scrivere in riva al lago
Siamo a dicembre, di nuovo.
Fuori ci sono le luci, i mercatini, i messaggi di auguri che iniziano a comparire ovunque. Dentro, spesso, c’è un’altra storia: stanchezza accumulata, bilanci di fine anno, nostalgia, qualche entusiasmo e molta confusione.
Per qualcuno questo è il periodo più bello dell’anno.
Per altri è il momento in cui l’ansia da Natale e il cosiddetto Christmas blues fanno più rumore: ti guardi attorno e hai la sensazione che tutti siano felici tranne te, o che ci sia qualcosa che ti manca e non sai bene cosa.
Se ti senti così, non c’è niente di sbagliato in te. Dicembre, semplicemente, amplifica. Porta a galla cose che durante l’anno riusciamo a tenere in un angolo. E proprio per questo può diventare un tempo prezioso, se gli diamo spazio e strumenti giusti.
Uno di questi strumenti è la scrittura. In particolare, la scrittura terapeutica e il diario.
Dicembre, bilanci di fine anno e quella voce critica che non si spegne
Alla fine dell’anno quasi tutti, in un modo o nell’altro, fanno i conti con sé stessi.
“Com’è andato questo anno?”
“Che cosa ho combinato?”
“Ho sprecato tempo? Ho perso occasioni?”
Il problema è che spesso questi bilanci di fine anno sono spietati. Partono dal presupposto che avremmo dovuto fare di più, essere diversi, essere “a posto” con tutto. Non considerano la fatica, le pause, le cose invisibili che abbiamo tenuto in piedi.
In più ci sono le aspettative delle feste: la famiglia ideale, la tavola perfetta, l’atmosfera serena. La vita reale, però, è fatta anche di relazioni complicate, di sedie vuote, di soldi contati, di conflitti che non si risolvono solo perché è Natale.
Tutto questo può farti sentire bloccata/o: vorresti solo saltare questo mese e ritrovarti direttamente a gennaio. E invece, come ogni anno, sei qui.
La buona notizia è che non sei costretta/o a subirlo nello stesso modo di sempre. Puoi provare a stare dentro dicembre in modo diverso, usando la scrittura terapeutica come spazio di appoggio.
Scrittura terapeutica: un quaderno dove dire la verità
Quando parlo di scrittura terapeutica di fine anno non penso a qualcosa di complicato o tecnico. Penso a un quaderno, una penna e un appuntamento con te stessa/o in cui smettere di recitare la parte di chi “va tutto bene” e cominciare semplicemente a dire la verità.
Scrittura terapeutica, qui, significa:
dare un nome alle emozioni che senti in questo momento dell’anno;
lasciare che paura, rabbia, nostalgia, gratitudine, sollievo abbiano uno spazio sulla pagina;
permetterti di essere incoerente, contraddittoria/o, umana/o.
Non devi “scrivere bene”. Nessuno ti corregge. Nessuno ti giudica.
Anzi: più il tuo diario è imperfetto, più probabilmente è sincero.
Puoi iniziare così, in modo molto semplice: apri il quaderno, scrivi la data e continua la frase:
“In questo momento, alla fine di quest’anno, io mi sento…”
e vedi dove ti porta la penna. Non devi per forza trovare una conclusione. L’obiettivo non è sistemare tutto, ma vederti, incontrarti così come sei oggi, il 10 dicembre 2025 (o quando leggerai queste righe).
Diario di fine anno: tre fili da seguire con la scrittura
Se ti va di andare un po’ più in profondità, puoi usare il tuo diario di fine anno come una mappa con tre direzioni: presente, passato, futuro vicino. Non è uno schema rigido, ma un modo per non perderti.
Il presente: “Come sto davvero in questo dicembre?”
Una o più sere, prendi qualche minuto per rispondere per iscritto a domande come:
Che cosa mi pesa di più, in questo momento?
Quando durante la giornata mi sento più al sicuro?
Qual è la cosa che mi mancherebbe di più, se non ci fosse?
Non c’è bisogno di rispondere a tutte, puoi sceglierne una e riprenderla per più giorni. La scrittura terapeutica funziona per accumulo: una pagina oggi, una domani, e a un certo punto ti accorgi che dentro di te qualcosa si è spostato.
Il passato: un bilancio di fine anno più gentile
Invece di chiederti solo “che cosa non ho fatto?”, prova a cambiare prospettiva.
Puoi scrivere:
“Le tre cose più difficili che ho affrontato quest’anno sono state…”
“Tre cose di cui oggi posso dirmi grazie sono…”
È un bilancio diverso, che non nega la fatica né i fallimenti, ma riconosce anche ciò che hai tenuto insieme, i passi minuscoli che non hai mai contato.
Il futuro vicino: desideri che partono da come vuoi sentirti
I buoni propositi di inizio anno spesso falliscono perché sono troppo astratti: “da gennaio mi alleno sempre”, “non avrò più paura di…”.
Con la scrittura puoi fare un lavoro più concreto e più vero. Chiediti, ad esempio:
“Come vorrei sentirmi nei prossimi mesi?”
“Che cosa posso fare, nel piccolo, per avvicinarmi a quella sensazione?”
Invece di una lista infinita, scegli uno o due desideri che senti davvero tuoi e raccontali sulla pagina: immagina una giornata di primavera in cui li stai già vivendo e descrivila nei dettagli. È un modo per dare corpo ai tuoi desideri, e non lasciarli solo nella testa.
Verona sullo sfondo: scrivere in una città che a dicembre brilla (e stanca)
Io queste parole le scrivo da Verona, una città che a dicembre profuma di mercatini, luci e vin brulé, ma anche di traffico, code, vetrine luminose quando tu vorresti solo un po’ di silenzio.
Se vivi qui o in provincia, forse ti succede di passare accanto a una libreria, a una cartoleria, a uno spazio culturale dove si organizzano laboratori di scrittura a Verona, incontri di lettura, laboratori creativi per adulti e bambini. La città è piena di stimoli e, allo stesso tempo, non è detto che tu ti senta pronto a stare in gruppo.
Può darsi che, in questo momento, il modo più onesto di prenderti cura di te sia proprio il contrario: ritagliarti mezz’ora sul divano, in un bar tranquillo o seduto sulle panchine lungo l’Adige, e scrivere.
E, se a un certo punto senti che non vuoi più scrivere solo, qui a Verona ci sono anche i miei laboratori di scrittura: laboratori di scrittura terapeutica e creativa e laboratori di poesia che conduco in piccoli gruppi, proprio per dare uno spazio sicuro alle emozioni, alle storie e ai desideri che emergono in questo periodo dell’anno.
Sono incontri in cui porti il tuo quaderno e la tua vita così com’è: non serve esperienza, non servono risultati da mostrare. Lavoriamo con tracce guidate, momenti di silenzio, possibilità di condividere (sempre facoltativa) e soprattutto ascolto.
Se cerchi “laboratori di scrittura a Verona” o “laboratori creativi a Verona” e vuoi che siano incentrati sulle emozioni e sulla scrittura terapeutica, scrivimi e ti manderò il calendario aggiornato.
La scrittura nasce da te, ma può espandersi: dal diario personale agli spazi condivisi in città.
Se questo dicembre ti sembra troppo
C’è anche un’altra cosa importante da dire: se quello che senti in questo periodo va oltre la “semplice” fatica di fine anno – se l’ansia è molto forte, se fai fatica ad alzarti dal letto, se pensieri bui tornano spesso – la scrittura da sola non basta.
In questi casi può essere molto prezioso cercare un sostegno psicologico professionale. Il diario e la scrittura terapeutica possono continuare a essere un alleato, un luogo dove appoggiare ciò che emerge in terapia, ma non devono sostituire l’aiuto di chi è formato per accompagnarti.
Chiedere aiuto non è un fallimento del tuo percorso, è spesso il gesto più coraggioso che puoi fare.
Una pagina alla volta, verso il nuovo anno
Intanto, qui e ora, puoi iniziare da qualcosa di molto semplice.
Prendi un foglio, oggi che siamo a metà dicembre, e scrivi:
“Quello che voglio portare con me nel nuovo anno è…”
“Quello che, con delicatezza, posso lasciare andare è…”
Non è un contratto, non è una promessa da mantenere a tutti i costi. È una conversazione sincera con te stessa/o.
Che tu stia leggendo queste righe a Verona o altrove, tra un impegno e l’altro, tra una festa e un momento di silenzio, ricordati che non sei obbligata/o a vivere dicembre come lo vivono gli altri. Puoi attraversarlo a modo tuo, con i tuoi tempi, con il tuo quaderno, con le tue parole.
Una pagina alla volta.